Zakhar Prilepin

7-12-11

Zakhar Prilepin. Scrittore, giornalista ed esponente di punta del partito L’Altra Russia.



Perché L’Altra Russia non è stata accettata tra le liste che dovevano partecipare alle elezioni?

Non conosco con precisione tutti i cavilli legali che sono stati usati. Il problema di fondo è che L’Altra Russia non può essere registrata neanche come partito. Non c’è verso di poterlo fare, a causa della nota legge sull’ “estremismo”.


A quanto sembra, le manifestazioni stanno assumendo un carattere da protesta della società civile più che politico. Lei pensa che sia effettivamente così? Se sì, ritiene che sia una cosa positiva?

Sì, credo anche io che non ci sia un carattere prettamente politico in queste manifestazioni e penso che ciò sia molto positivo per diversi motivi: l’opposizione è finalmente riuscita in questa occasione a superare i contrasti interni e ad organizzare un qualcosa di collettivo. Il risultato più soddisfacente è che così siamo riusciti a portare in piazza molte persone, sia i nostri sostenitori, che coloro che non sostengono nessun movimento in particolare.


L’opposizione si è unità sull’onda di questa protesta, ma cosa succederebbe secondo lei una volta che i manifestanti riuscissero ad ottenere quello che vogliono, cioè il ripetere le elezioni?

Ripetere le elezioni permettendo a tutti i partiti esistenti di partecipare risolverebbe di per sé tutti i problemi che ci stiamo tirando dietro a causa di una classe politica, inclusa quella dell’opposizione parlamentare, che è sostanzialmente la stessa di 15 anni fa. Non c’è ricambio, se i russi avessero la possibilità di scegliere e non ci fossero brogli, secondo me, voterebbero per i movimenti che finora non hanno potuto partecipare. Non poter partecipare legalmente alla vita politica del paese ci preclude l’accesso alla propaganda, alla visibilità sui mezzi di comunicazione. Se avessimo le stesse possibilità degli altri partiti, sono sicuro che l’aspetto del parlamento russo come lo conosciamo oggi cambierebbe radicalmente.


Lei è stato in piazza in questi giorni? Per cosa è andato a protestare? Per cosa crede che ci siano andate tutte le altre persone?

Sì, sono andato a protestare anche io. La gente protesta perché vuole semplicemente che vengano rispettati dei diritti basilari. Io, oltre a questo, protesto anche contro quello che ha fatto o non ha fatto in questi anni il governo di Putin.


Questo tipo di proteste sono una cosa nuova per la Russia? Se sì, che cosa hanno portato di nuovo rispetto al passato?

Sì, sono una situazione nuova per l’alta partecipazione che abbiamo potuto osservare. È la situazione in cui ci troviamo oggi ad essere nuova rispetto a prima: la gente ha raggiunto il punto in cui ha capito di essere stanca della situazione politica che c’è in Russia e tutti hanno cominciato a negare l’appoggio al governo. Non ci sono quasi più intellettuali che si schierino apertamente con Russia Unita. In molti stanno abbandonando la barca.


Finora i manifestanti si sono comportati in maniera pacifica. Lei cosa ne pensa  della violenza? Potrebbe essere usata in futuro? “dovrebbe” essere usata in qualche situazione?

La violenza da parte dei manifestanti non è una cosa nuova. Nel 2003 ci sono stati diversi scontri con le forze dell’ordine e non è detto che quello scenario non possa ripetersi. Putin comunque, da parte sua, cercherà sempre di evitarla perché non vuole che scoppino situazioni di guerriglia urbana. Non è realmente aggressivo come può sembrare, le dichiarazioni che fa servono solo a mostrare i muscoli, sa benissimo che se avvenissero episodi di violenza, questo lo danneggerebbe.
Personalmente non credo che sia utile essere violenti in piazza: è meglio fare manifestazioni giorno per giorno, il più pacifiche possibile per fare in modo che la gente non si spaventi e vi partecipi serena, in numero, si spera, sempre maggiore. Inoltre gli scenari di guerra civile paventati da qualcuno sono assurdi, nessuno sosterrebbe fino a quel punto Russia Unita, credo nemmeno le forze dell’ordine.


Cosa l’ha scandalizzata di più in questi ultimi giorni e cosa invece l’ha più colpita positivamente?

Sono 15 anni che vedo scandali giorno dopo giorno, ormai non mi stupisco più di niente. La cosa che mi ha dato più soddisfazione è vedere che nonostante l’esclusione di chi critica il governo da quasi ogni mezzo di comunicazione, la gente è riuscita ha trovare un suo spazio attraverso la rete. Si sta rivelando una carta vincente.

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