Ket

7-12-11

Ket è una ragazza di 29 anni, il 6 dicembre è scesa in piazza a Mosca per protestare contro i brogli elettorali e la repressione messi in atto dal governo di Putin. In quell’occasione è stata fermata dalle forze dell’ordine insieme ad alcuni suoi amici e rilasciata il giorno dopo. “Ket”, non è il suo vero nome, ma una specie di nome d’arte che usa all’interno di un gruppo di artisti-provocatori di cui fa parte, "Vojna". Le loro provocazioni più “politiche” degli ultimi tempi hanno preso di mira (scherzosamente) soprattutto le forze dell’ordine, per protestare contro quello che già da tanto tempo è diventato uno Stato di polizia.




Ket, il 6 dicembre sei andata a manifestare in Piazza Triumfal’naja. Perché?

Perché? E quando ricapita un’occasione come questa? È da tanto che aspettavamo di poter protestare contro gli abusi e la repressione di quelli che stanno al potere. Il modo in cui si sono svolte le elezioni è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.


Ho notato che le tre manifestazioni che ci sono state finora sono state organizzate principalmente da due movimenti politici, L’Altra Russia e Solidarnost’, ma in realtà in piazza poi si ritrovano anche persone che con questi movimenti non hanno niente a che fare, come te in questo caso. Come giudichi questo fatto?

Come ho detto prima, la cosa importante è avere la possibilità di manifestare. Spesso la gente non sa neanche chi è che ha organizzato l’assembramento nella tale piazza alla tale ora, e in realtà non è che importi più di tanto: si sta protestando per un fatto concreto, il modo in cui sono state falsificate le elezioni. È una protesta della società civile, più che politica.


Cos’è successo ieri sera, il 6 dicembre, quando sei arrivata in Piazza Triumfal’naja?

Una volta arrivata nella piazza ho subito cercato i miei amici. C’era una grande confusione: la piazza era stata occupata dagli attivisti filogovernativi per fare in modo di non farci passare, e i manifestanti come me erano tutti sparsi qua e là. Dopo qualche minuto sono riuscita a incontrarmi con il mio gruppo. Siamo rimasti nella folla a manifestare, finché, già verso la fine, non abbiamo formato una catena umana di 5-6 persone. Tenersi a braccetto in gruppo vale come un atto di protesta: era infatti vietato formare gruppi di più di tre persone. Alcuni poliziotti ci hanno visto e ci hanno catturato. Siamo stati portati all’interno di una camionetta.


Dove siete stati portati dopo?

Qui viene il bello: secondo la legge la polizia non può tenerti in stato di fermo per più di tre ore senza aver formalizzato nessuna accusa. Il conteggio delle tre ore però scatta dal momento in cui ti fanno entrare nel dipartimento. La camionetta non è partita finché non l’hanno riempita di manifestanti, in tutto c’era posto per venti persone. Tra questo e il tempo che siamo rimasti bloccati nel traffico è passata almeno un’ora, se non di più. Finalmente siamo arrivati nel cortile del dipartimento. In un momento di distrazione di un poliziotto, due ragazzi sono riusciti ad aprire la porta posteriore della camionetta e a scappare via. I poliziotti, nonostante il fatto che fossimo arrivati, non ci hanno fatti scendere. Hanno spento il motore e semplicemente stavano a controllare le portiere, per evitare di rifare la figuraccia di farsi scappare qualcun altro sotto il naso. Abbiamo passato un’ora chiusi nella camionetta che diventava sempre più fredda. Quando abbiamo cominciato a protestare, ci hanno acceso il riscaldamento, ma ci hanno lasciati dentro almeno un’altra ora. Finalmente siamo entrati nel dipartimento e ci hanno contestato l’accusa di “resistenza a pubblico ufficiale”, accusa ovviamente pretestuosa. Ormai erano le 6 di mattina, mi è toccato rimanere rinchiusa fino al giorno dopo, cioè stamattina. Ultimate le ultime pratiche burocratiche mi hanno rilasciata all’una.


Ed ora il tuo fermo cosa comporta?

A livello penale, niente, la “resistenza a pubblico ufficiale” è solo un’infrazione, non un reato. Dovrò però presentarmi domani in tribunale dove probabilmente mi condanneranno a pagare una multa.


Dopo questa esperienza, pensi di continuare a scendere in piazza?

Penso che nei prossimi giorni mi concentrerò maggiormente a fare qualche azione simbolica con il mio gruppo, come abbiamo sempre fatto. Per quanto riguarda le manifestazioni in piazza… non ho voglia di essere fermata di nuovo, ma non posso evitare di andarci. Cercherò di stare più attenta.


A cosa vorresti che si arrivasse dopo questo periodo di proteste?

Sarebbe bello se le elezioni venissero rifatte, senza brogli e facendo partecipare chi era stato escluso. In fondo non è tanto quello che chiediamo, solo elezioni eque. 


Nessun commento:

Posta un commento